L’Aim si conferma anche nel 2020 la riserva di Ipo del mercato azionario italiano: tre le società al debutto nella sola giornata del 30 dicembre, 23 le ammissioni (di cui 21 ipo) per un totale di 138 quotate. E ora il mercato per le small cap inizia anche a consolidare il suo ruolo di cinghia di trasmissione per il mercato principale, producendo risultati nel ruolo di «palestra» delle piccole aziende proiettate verso la crescita. Dopo Sesa, che per prima nel 2013 ha fatto il salto sull’Mta restando per lungo tempo l’unica italiana «translisting» partita da Aim, il numero è cresciuto di anno in anno (una seconda operazione, relativa aTinexta, risale al 2016, poi Lu-Ve nel 2017, e quindi 6 nel 2018, 5 nel 2019 e 5 nel 2020), arrivando a 19. Sono ancora numerose, però, le realtà con scarso flottante, quasi «dimenticate». E l’indice, nonostante il recupero generale innescato nelle ultime settimane dell’anno, ha pagato un po’ di più del Ftse Mib il peso della pandemia, con un calo di circa il 7% contro il circa 5% generale, mentre nel confronto sui 5 anni la forbice si allarga: circa il 19% la perdita dell’indice delle Pmi, +12% il progresso del Ftse Mib. Convergenze, Eviso e Planetel hanno permesso a Borsa italiana di chiudere l’anno nel segno della fiducia portando tre società contemporaneamente alla quotazione nel penultimo giorno di apertura dei mercati. La pipeline si è scaldata soprattutto nella seconda parte dell’anno, come è naturale viste le incertezze che hanno caratterizzato il primo e il secondo trimestre a causa della diffusione globale della pandemia. Il risultato finale, 23 ammissioni, è inferiore ai record dei due anni precedenti (35 quotazioni nel 2019, 31 nel 2018) ma mostra una certa resilienza del bacino di imprese su cui punta Aim, e anche del mercato stesso, come confermano i booking spesso chiusi con domande superiori all’offerta. Le 21 nuove Ipo, secondo i dati di Ir Top, hanno raccolto 136 milioni di (207 milioni nel 2019), per una raccolta media pari a 6,5 milioni, superiore ai 5,9 milioni del 2019. «Siamo stati felici di chiudere il 2020 con tre quotazioni su Aim Italia – ha commentato a questo proposito Barbara Lunghi, head of primary markets di Borsa Italiana – a conferma del dinamismo del nostro mercato nonostante un anno complesso». Solo un’Ipo, invece, nel corso del 2020, sul mercato principale. A debuttare in Borsa è stata Gvs, realtà specializzata nei sistemi di filtrazione. Il mercato principale, però, ha comunque ingrossato le fila grazie a cinque realtà (Pharmanutra, Sicit, Salcef, Somec e Neodecortech) che hanno confermato i loro progetti di passaggio dall’Aim all’Mta nonostante le incertezze del Covid. Diciannove le società che complessivamente, in questi anni, hanno fatto il salto verso l’alto. Di queste, nove vantano una performance positiva rispetto ai valori dell’ipo, mentre per dieci il confronto resta ancora negativo. Nel complesso, però, le società che oggi hanno una performance positiva su Mta avevano già un andamento molto positivo in Aim (con l’eccezione di Tinexta). Ma molto rimane ancora da fare. «Sull’Aim ci sono realtà che hanno arrestato il loro percorso di sviluppo, con un flottante scarso, in alcuni casi sotto il 20 per cento. Magari hanno sbagliato tempistica, o hanno badato più alla conservazione, intendendo la quotazione solo come una vetrina – spiega a questo proposito Simone Strocchi, managing partner di Electa Ventures -. Molte di queste conservano però un sottostante aziendale e progettuale interessante. Per questo motivo, oltre a proseguire con il sostegno di un selezionato numero di società da accompagnare al listino, stiamo studiando la possibilità di offrire ad alcune di queste realtà un’opportunità di revamping, in modo da accompagnarle verso la crescita, con capitali e strumenti mutuati dalla nostra esperienza nel mondo spac evolute in prebooking companies». Questo certamente non cambia il ruolo importante e la funzione di Aim come mercato dedicato alle small cap che intendono accedervi o restarvi, anzi. «Auspichiamo che il 2021 possa essere un anno di risorgimento sostenuto dal risparmio – prosegue Strocchi -; il mercato ha bisogno di sostenere la crescita di pmi con capitali pazienti e l’Aim ben si adatta a questa dimensione. L’ingresso di Borsa italiana nell’orbita di Euronext, con Parigi che tradizionalmente vanta un maggior numero di investitori con sensibilità per Pmi, mercati growth, darà una spinta in più, insieme alla diffusione di strumenti come Pir o Eltif». Altro dato rilevante è la presenza diffusa, tra le società che hanno fatto il salto dall’Aim all’Mta, di società che sono approdate al mercato azionario attraverso una spac. Si tratta di dieci realtà: Sesa, Pharmanutra (queste due sono anche le società con la migliore performance azionaria tra quelle che hanno cambiato mercato), Lu-Ve, Sicit, Salcef, Illimity, Gpi group, Orsero, Sit, Cellularline. «È la conferma – conclude Strocchi -, della validità del modello, pur se con le necessarie correzioni».(Su Ilsole24ore, Finanza e mercati ,09/01/2021)