M&A, in Italia nel trimestre operazioni per 26 miliardi

La liquidità del mercati, i bassi tassi di interesse della Bce e il Pnrr favoriscono le attività di fuzione e acquisizione. Nel mondo gli accordi hanno raggiunto il valore di 178 miliardi ( +28%), di cui il 30% attraverso il private equity

Con la ripresa dei mercati e gli stimoli fiscali dei governi, si riapre anche la stagione m&a. A fotografare il quadro delle fusioni e acquisizioni del primo trimestre ci ha pensato Bdo, società di revisione e consulenza in Italia. Come ha spiegato Stefano Variano, partner advisory di Bdo Italia, a milanofinanza.it , nel primo trimestre il valore degli accordi è più che raddoppiato e ha raggiunto i 26 miliardi (+161%). Nel Paese “si registra un formidabile aumento rispetto al primo trimestre 2020 e le prospettive per il futuro sono trainate dalla ripresa della domanda, dalla politica accomodante delle Banche centrali e da una progressiva crescita di fiducia tra i vertici aziendali”. 


A questo si aggiunge l’elevata liquidità del mercato, sostenuta dagli stimoli dei governi. In questo senso, i 191,5 miliardi del Pnrr contribuiranno a migliorare la competitività delle filiere industriali e agevolare l’internazionalizzazione delle imprese, nonchè a favorire una robusta ripresa economica che secondo Varano “sarà determinante per lo sviluppo delle operazioni di finanza straordinaria”. Di certo l’Italia non può adagiarsi sugli allori: il modello di business predominante è ancora quello delle Pmi, che però “difficilmente saranno sostenibili nel lungo periodo senza un processo di aggregazione che punti a creare imprese di dimensioni più significative”.

 Infatti, a detta dell’esperto le “aziende di grandi dimensioni possono contare su una maggiore capacità di investimento e di innovazione, possono espandersi più facilmente nei mercati internazionali e diversificare le fonti di finanziamento, il che garantisce una maggiore sostenibilità soprattutto nelle fasi avverse del ciclo economico”. Per questo, le Pmi devono rilanciare le operazioni di m&a che rappresentano il maggiore fattore di sviluppo, in quanto più velocemente finalizzabili rispetto ai processi di crescita organica.


L’esplosione delle attività di aggregazione, comunque, non è una moda tutta italiana. Il report di Bdo mostra che a livello globale, nonostante il fisiologico rallentamento delle operazioni nel primo trimestre (sono quasi 1.700 gli accordi portati a temine), il valore economico delle transazioni è salito a 178 miliardi di dollari, il 28% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Le transazioni private equity sono lievitate a 54 miliardi, arrivando a contare il 30% delle attività totali.


Tra i settori, sono cresciuti soprattutto i comparti energia, mining e utilities, real estate e tecnologico. In flessione invece i settori business services e consumer. Nel canale private equity, la maggior parte delle attività si è concentrata nel segmento tecnologico, seguito da quello manifatturiero e chimico, dei servizi finanziari e farmaceutico. A livello geografico, il valore degli accordi m&a è triplicato in Scandinavia, con 81 transazioni per un valore complessivo di 6,7 ​
miliardi. Crescita a doppia cifra anche nella Grande Cina, dove i volumi hanno toccato quota 353 (+19%) per un valore complessivo di 31,3 miliardi (+41%). Negli Stati Uniti il valore totale delle operazioni ha raggiunto la cifra record di 66 miliardi. In Sud Europa, invece, le attività hanno toccato un minimo dal 2012. Male anche l’India, dove i volumi degli accordi sono scesi del 30%.


Secondo gli esperti di Bdo, gli alti livelli di liquidità del mercato fanno presagire una crescita sostenuta del mercato m&a a livello globale, che ha dimostrato una buona capacità di “adattarsi ai meccanismi di restrizioni e allentamenti dovuti all’evolversi della pandemia nei vari Paesi del mondo”. Per Variano, l’incremento del valore delle operazioni “conferma un’alta attenzione da parte degli investitori e una notevole disponibilità di risorse finanziarie pronte ad essere utilizzate per le transazioni, elementi che fanno essere ottimisti per buone performance dell’m&a nel corso dei
prossimi mesi”. (MF Milano Finanza, 17/5/2021)

error: Content is protected !!